La Suprema Corte di Cassazione, con Ordinanza 35353 del 30 Novembre 2022, chiarisce i confini ancora troppo poco chiari entro cui si configura il Mobbing Lavorativo.

07.12.2022

E' pertanto necessaria sussistenza di quattro requisiti:

La condotta deve essere attraverso un serie reiterata nel tempo di comportamenti da parte del datore di lavoro o di suo preposto ivi compreso altri colleghi dei confronti di un lavoratore;

Deve essere dimostrato il verificarsi una lesione all'integrità psico-fisica, della personalità o della dignità del lavoratore e che sia causalmente legata ai comportamenti persecutori;

Deve comunque essere dimostrato un intento persecutorio che lega e accomuna tutti i comportamenti lesivi ai danni del dipendente trattandosi di elemento qualificante del Mobbing Lavorativo.

E' dunque sulla persecuzione reiterata che deve focalizzarsi la prova del dipendente che asserisce di essere stato Mobbizzato e di conseguenza la valutazione del giudice.

E comunque, nel caso in cui le diverse condotte singolarmente non sono idonee a configurare il mobbing lavorativo, non è escluso che le stesse, possano essere fonte di diversa responsabilità e non è comunque precluso dall'eventuale originaria prospettazione della domanda giudiziale in termini di danno da mobbing.

Nella valutazione circa la sussistenza o meno di un intento persecutorio, anche in considerazione del dettato dell'art 97 della Costituzione, deve necessariamente considerarsi l'eventuale natura pubblica del datore di lavoro, considerato che il menzionato Art. impone alla parte datoriale di intervenire per assicurare l'efficienza, la legittimità e la trasparenza dell'azione amministrativa...

E' quanto stabilito dalla Cassazione nell'ordinanza 35235 del 30 novembre 2022.