Diritto del dipendente al Ticket mensa, cosiddetto buono pasto, per il servizio prestato nelle ore notturne...Cass. Lav. Ord. Num. 21310 Anno 2024
Fatti di Causa
Omissis, infermiere, ha impugnato la sentenza della Corte di Appello di Napoli che ha negato il suo diritto al ticket mensa per il periodo 2001 - 2008, non riconoscendo tale diritto per i turni notturni.
La Corte d'Appello ha basato la sua decisione su normative e accordi sindacali, evidenziando che il diritto al buono pasto non era garantito per i turni notturni fino al 2009.
Ragioni della Decisione
La Corte d'Appello ha ritenuto che il diritto alla mensa, previsto dal dPR n. 270 /1987 e dal CCNI Comparto Sanità del 2001, non fosse applicabile ai turni notturni, poiché le modalità di fruizione dovevano essere specificate a livello aziendale.
L'accordo sindacale del 1996 stabiliva l'erogazione di buoni pasto solo per il turno diurno, mentre il diritto per il personale notturno è stato riconosciuto solo nel 2008.
Motivo di Ricorso
Omissis ha contestato la decisione, sostenendo che il CCNI del 2001 garantisse il diritto al ticket mensa anche per i turni notturni, e che l'ASL avesse confermato tale diritto in comunicazioni successive.
Ha argomentato che l'assenza di riferimento al turno notturno nel verbale del 1996 non implicasse una volontà di esclusione, ma fosse dovuta all'assenza di un servizio mensa attivo in quelle ore.
Accoglimento del Ricorso
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando che il diritto alla mensa è legato alla fruizione di un intervallo di lavoro, indipendentemente dall'orario di prestazione.
Ha stabilito che l'ASL non poteva limitare il diritto al buono pasto per i turni notturni, riconoscendo il diritto di De Guida a ricevere buoni pasto per turni superiori alle sei ore.
Conclusioni e Condanne
La sentenza della Corte di Appello è stata cassata e l'ASL Caserta è stata condannata a pagare 1.808,94 euro a De Guida, oltre agli interessi e rivalutazione.
Le spese di giudizio sono state compensate per i gradi di merito, mentre l'ASL è stata condannata a coprire le spese del giudizio di legittimità, liquidate in 1.000 euro per compensi professionali e 200 euro per esborsi.

