D.lgs n. 66/2003 .   Lavoro notturno

23.06.2020

Il lavoro notturno è sostanzialmente disciplinato dalle norme contenute nel D.Lgs. n. 66/2003, Rectius artt artt. da 11 a 15 i quali rispettivamente recitano:

ART 11

  • L'inidoneità al lavoro notturno deve essere accertata attraverso le competenti strutture sanitarie pubbliche.
  • I contratti collettivi stabiliscono i requisiti dei lavoratori che possono essere esclusi dall'obbligo di effettuare lavoro notturno. 
  • È in ogni caso vietato adibire le donne al lavoro, dalle ore 24 alle ore 6, dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino. 
  • Non sono inoltre obbligati a prestare lavoro notturno:

a) la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a tre anni o, in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa;

b) la lavoratrice o il lavoratore che sia l'unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni;

c) la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni.

ART 15

  • Qualora sopraggiungano condizioni di salute che comportino l'inidoneità alla prestazione di lavoro notturno, accertata dal medico competente o dalle strutture sanitarie pubbliche, il lavoratore verrà assegnato al lavoro diurno, in altre mansioni equivalenti, se esistenti e disponibili.
  • La contrattazione collettiva definisce le modalità di applicazione delle disposizioni e individua le soluzioni nel caso in cui l'assegnazione prevista dal comma citato non risulti applicabile.

Dunque l'assegnazione allo svolgimento di lavoro notturno è subordianato al possesso dell' idonietà alla mansione, che deve essere certificata dal medico competente.

Si parla di lavoro notturno tutte le volte in cui l'attività lavorativa viene svolta nell'arco di tempo di almeno sette ore consecutive nell'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino.

Lavoratore notturno è colui che;

· a) svolga, durante il periodo notturno come sopra definito, almeno tre ore del suo tempo di lavoro giornaliero impiegato in modo normale (primo criterio legale);

· b) in difetto di disciplina collettiva ,svolga, per almeno tre ore, lavoro notturno per un minimo di ottanta giorni lavorativi all'anno, limite minimo riproporzionato in caso di lavoro a tempo parziale (secondo criterio legale);

· c) svolga durante il periodo notturno almeno una parte del suo orario di lavoro secondo le norme definite dai contratti collettivi di lavoro .

Il lavoratore non può rifiutare l'assegnazione alla prestazione lavorativa durante le ore notturne tranne che non sussistano condizioni, certificate dal medico competente che ne precludano l'idonietà

Difatti la valutazione dell' idonietà alla mansione e quindi anche al lavoro notturno è, ex lege, a carico della struttura datoriale e deve avvenire periodicamente con intervallo non superiore a due anni.

La vigilanza sanitaria è un obbligo del datore la cui violazione è sanzionata con l'arresto da tre a sei mesi e con ammende che vanno da 1540,00€ a 4.131,00€.

Tutti i lavoratori devono essere dotati, durante lo svolgimento della prestazione lavorativa di idonei mezzi di prevenzione e protezione anche durante il lavoro notturno (D.lgs 81/2205)

Di norma l'orario notturno non può superare le 8 ore nelle 24 così come stabilito dall'art. 13 del d.lgs 66. 2003. Il calcolo va fatto dall'inizio della prestazione.

E' assolutamente vietato assegnare , a mente dell'art. 11 del prefato decreto, al lavoro notturno, rectius dalle 24,00 alle 6,00, le donne in stato di gravidanza o con figli fino al compimento di un anno di età, nonchè lavoratori con a carico un disabile ai sensi della legge 104/1992 e SS.II.MM.

La violazione comporta significative sanzioni..., di fatti il Decreto Legislativo 66/2003, prescrive sanzioni significative per il caso di violazione delle norme in materia di lavoro notturno.

Pesantissime sanzioni sono previste in caso di adibizione al lavoro notturno di donne in gravidanza (l'arresto da due a quattro mesi o con l'ammenda da 516 euro a 2.582 euro )

La stessa sanzione si applica nel caso di:

a) lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a tre anni o, in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa;

b) la lavoratrice o il lavoratore che sia l'unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni;

c) la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni.